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Chi sono

Salve sono la dr.ssa Carmela Renzo ho conseguito la laurea Magistrale in Psicologia cognitiva presso l'Università "La Sapienza" di Roma, ed ho successivamente ampliato la mia formazione completando un Master di II° livello in Neuroscienze Cliniche presso l'Università Cattolica di Milano. Nel corso del 2016 ho collaborato come Psicologa e Psicodiagnosta presso il D.H. di Neuropsichiatria Infantile e presso il servizio di Psichiatria e Tossicodipendenza del Policlinico Universitario "A. Gemelli" di Roma, occupandomi di somministrazione testistica (WPPSI, WISC, WAIS, LEITER-R, SCID), di osservazione di colloqui clinici, raccolte anamnestiche e restituzione dei risultati con stesura della relazione. Nel 2017 ho lavorato come Psicologa di Comunità presso la Comunità educativa "Casa di Camillo Arimo" a Pavia, con minori tra i 14 ed i 18 anni. Da Ottobre 2018 sono Psicologa presso il Centro Psico- Sociale di Corsico in cui mi occupo di colloqui clinici e valutazione testistica. Inoltre svolgo attività libero professionale presso il mio Studio a Milano. Lavoro come psicologa in libera professione e mi occupo della cura e del benessere psicologico attraverso un approccio integrato con una particolare attenzione ai mondi esperienziali del soggetto, le relazioni e le interazioni. Mi discosto molto dallo stereotipo dello psicologo che ascolta in silenzio, perchè credo che una dinamica relazionale viva e partecipata rappresenti l'elemento maggiormente terapeutico sia ai fini della cura della sofferenza che della crescita personale. La patologia mentale non è altro che una diversa manifestazione della sofferenza: certi disagi sono spesso soluzioni storiche del soggetto che hanno permesso nel passato di superare momenti di crisi e che forse, nel presente, non rappresentano più delle soluzioni funzionali. Il percorso di sostegno psicologico e di psicoterapia è la migliore forma di investimento che il soggetto possa compiere per se stesso e il punto di partenza per cominciare a prendere attivamente in mano la sua sofferenza profonda e la sua vita. Intraprendere un percorso di psicoterapia significa rendersi più flessibili, consapevoli e consistenti, e aprirsi con maggiore creatività a nuove soluzioni interne che possono essere più attuali ed emotivamente meno dispendiose e dolorose. Non significa solo prendersi cura della propria sofferenza, ma anche lavorare per diventare più attivi e presenti alla propria vita e alle proprie relazioni. Il mio setting è solitamente il "vis a vis", che significa che si prediligono due poltrone una di fronte all'altra in modo che il terapeuta e il paziente siano l'uno di fronte all'altro; è così che intendo la psicoterapia: "paziente e analista lavorano insieme, co-costruiscono il setting e la relazione psicoterapeutica”. Questo setting sottolinea la centralità della relazione e delle interazioni. Condivido lo stesso modo di intendere la psicoterapia con lo psicoterapeuta D. Winnicott che riteneva che “La psicoterapia ha luogo là dove si sovrappongono due aree di gioco, quella del paziente e quella del terapeuta. La psicoterapia ha a che fare con due persone che giocano insieme.” La relazione terapeutica diventa dunque elemento centrale di metodo e campo di osservazione attraverso cui cogliere la sofferenza e il funzionamento del paziente. Il mio sguardo e il mio modo di lavorare e di pormi col paziente non è distaccato nè in posizione di superiorità o asimmetria rispetto al paziente: il terapeuta non è infatti il detentore del sapere come era nella psicoanalisi classica, ma è attivo e coinvolto nel processo e nella relazione col paziente (con uno sguardo e un ritorno anche su di sé come psicoterapeuta e soggetto attivo in relazione), consapevole che nessuno (psicoterapeuta compreso) può conoscere il paziente meglio di quanto il paziente conosca se stesso.

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